Chiunque scriva un’email ha in mente uno scopo: far leggere quella email al destinatario.
Ma prima di leggerla deve aprirla!
… Giusto?
Ecco allora che se l’oggetto non è ben scritto, le probabilità che l’email venga aperta sono le stesse che aveva Di Maio di vincere le elezioni.
In questo articolo parleremo proprio di questo!
No, non di Di Maio, ma di come scrivere oggetti che convertano, ergo: quando i destinatari delle tue email le ricevono, fermano lo scrolling, pensano “qui può esserci qualcosa che mi interessa” e decidono di fare clic… e aprire l’email.
Prima però permettimi di presentarmi. Insomma, chi sono io per dirti tutto questo?
Sono Luna (piacere!), come hai intuito sono una copywriter e un po’ di tempo fa, quando ero ancora “alle prime armi” nel copy, mi trovavo di fronte ad un problema:
mi capitava molto spesso di mandare email di marketing con testi scritti a regola d’arte….”molto bene!”, dirai tu…
se non fosse che le mie email avevano un tasso di apertura basso… ehm, troppo basso.
Analizzando cosa c’era che non andava, e facendo alcuni test, ho capito che non prestavo la dovuta attenzione all’oggetto.
Ero come uno chef che si concentrava su come farcire la torta, trascurando la glassa esterna… senza rendermi conto che era proprio la glassa che dovevo curare se volevo che gli utenti assaporassero il contenuto.
Per questo, dopo un po’ di test e dopo aver messo in saccoccia un po’ di errori che mi hanno permesso di migliorarmi e di conseguenza di aumentare la % di apertura delle email, ho deciso di non fare come Gollum che tiene il tesssoro per sé, ma condividere quanto ho imparato con te.
Ti garba l’idea?
Ecco, in sintesi, i punti che tratteremo in questo articolo:
Detto ciò… partiamo.
Iniziamo dicendo che l’oggetto è il “titolo” di un’email, ne riassume il contenuto o ne dà un’idea.
Hai presente il detto ‘mai giudicare un libro dalla copertina’?
Da copywriter, detto tra me e te, ho avuto sempre qualche dubbio sulla veridicità di questa frase, in quanto la copertina incide eccome sulla scelta di acquisto del lettore.
Ci sono libri che sono diventati best seller quasi esclusivamente perché hanno un titolo che spacca.
Ecco, nelle email questo discorso è ancora più accentuato…
L’utente, non conoscendo il contenuto dell’email, per decidere se aprirla o meno si baserà su due cose:
1) Chi è il mittente
2) Qual è l’oggetto dell’email
Riprendendo l’analogia con i libri, il criterio può essere:
“Oh figo, è uscito un altro libro di Dan Brown, lo compro subito!”
oppure:
“Non so chi sia l’autore, però questo titolo mi incuriosisce, quasi quasi provo a leggerlo…”
La stessa cosa succede con le tue email.
Quindi, o il destinatario apre la tua email perché ti conosce e ti apprezza, o in base a quanto lo incuriosisce e spicca il tuo oggetto.
Imparare a scrivere oggetti che convertano diventa una skills alla quale non puoi fare a meno… sempre che tu non voglia fare collezione di email non lette, ma non penso sia il tuo caso.
Volendo tornare nell’ambito marketing, potremmo dire che l’oggetto è una chiamata all’azione implicita.
Implicita, nel senso che stai invitando il lettore a fare qualcosa senza espressamente dirgli di farlo.
(a meno che tu non voglia mettere come oggetto: “Clicca e apri questa email”, allora sarebbe una chiamata all’azione decisamente esplicita)
Se l’oggetto invece non c’è proprio, o non funziona perché hai commesso qualche errore nello scriverlo, rischi che il tuo messaggio venga cestinato, o dirottato nella cartella SPAM.
Ecco quindi una carrellata di consigli e informazioni utili su come scrivere l’oggetto e su quali sono gli errori da evitare, per aumentare le probabilità che le tue email vengano aperte.
Ogni strumento, perché funzioni, ha alcune regole, che devono essere rispettate se si vuole raggiungere l’obiettivo.
Anche l’oggetto ha le sue.
Nel paragrafo qui sotto vedremo quali sono…
N.B. Alcune di queste regole a primo impatto ti faranno pensare ‘ma sì, la so già questa cosa’… e sarà proprio lì che ti devi fermare:
analizzando sia le mie email, sia quelle di altri, mi sono resa conto che in molti casi sono proprio le regole più banali, quelle che ‘tutti sanno’, che non vengono rispettate e che inficiano negativamente sull’oggetto.
Come ad esempio il non rispettare il numero massimo di caratteri…
Infatti:
REGOLA n°1: Rispetta i 50 caratteri
Ti è mai successo di non leggere un’email perché, visto che l’oggetto era tagliato, non era chiara la promessa, cioè non era chiaro il contenuto di quell’email e perché avresti dovuto leggerla?
Per evitare che gli altri facciano lo stesso con le tue email, devi rispettare il limite dei 50 caratteri.
Non fare questo, apre il fianco alla possibilità che le tue email non vengano aperte, e quindi lette.
Quindi se vuoi che le tue email escano dallo schermo e impattino sull’utente devi allenare due competenze:
– la sintesi (ossia saper far stare i concetti in un limite di 50 caratteri)
– la curiosità (ossia saper generare interesse in 50 caratteri)
É il mix di queste due competenze che determina l’insuccesso o il successo delle tue email.
Capisci quindi il vantaggio competitivo che puoi avere, solo imparando a scrivere oggetti sintetici e che generano curiosità?
Regola n°2: Personalizza l’oggetto (inserisci il nome della persona che ti leggerà).
Hai presente quando cammini per strada, accanto a te ci sono altre persone, e senti qualcuno che chiama il tuo nome?
Magari non stanno chiamando te, però tu tu giri…
Ti è mai capitato?
In quel momento la tua attenzione viene subito catturata e, tra le decine o centinaia di persone che ci sono attorno, tu diventi in qualche modo unico, perché tra quel mare di gente senti cercare proprio te.
Ecco, ti ho appena spiegato il motivo per cui può fare la differenza inserire il nome all’interno di un oggetto dell’email.
Il nome è un’arma preziosa e molto efficace per dare importanza alle persone.
Chiamare una persona per nome significa ricordarle che è unica, fa capire che è proprio con lei che vuoi parlare.
Ovvio… non è che ora il nome è la panacea di tutti i mali e ti basterà inserire il nome del destinatario per essere letto, questo era chiaro, no?
Tuttavia, inserirlo in alcune email, senza abusarne, può diventare l’elemento che fa la differenza.
N.B. Il motivo per cui non devi fare questa operazione in tutte le email è perché altrimenti si perde l’effetto novità, i tuoi lettori capiscono che lo stai facendo solo per farti leggere e quindi perderà la sua efficacia.
Se ti stai chiedendo ‘come si fa a mettere il nome nell’oggetto?’ ho una buona notizia per te: non devi farlo a mano.
Oggi, grazie ai CRM e ai software evoluti di email marketing è possibile personalizzare le email che invii grazie a dei campi dinamici che ti permettono di inserire elementi di personalizzazione, e tra questi c’è appunto il nome.
Insomma, scrivere il nome del destinatario ti offre la possibilità di entrare più facilmente in una conversazione uno a uno, che è quello che ti serve se vuoi far penetrare i tuoi contenuti e i tuoi messaggi di marketing a chi ti legge.
Regola n°3: usa gli Stopper.
Per attirare l’attenzione del target, oltre al nome di chi ti legge, si possono usare degli Stopper che calamitano l’attenzione.
Alcuni esempi?
Alt!
Stop!
Attenzione!
Importante!
FERMO
CA**O…
Negli stopper rientrano tutte quelle paroline di esclamazione che inducono chi le incontra a fermarsi per sapere cosa sta succedendo.
In questa categoria rientrano anche parole bizzarre come “Mannaggia!”/”Perbacco” o simili…”
Insomma quelle espressioni insolite che fanno tanto “imprecazione della nonna”, ma che ti fanno sorridere perché ti ricordano di quando le sentivi da piccolo…
A prescindere da quale stopper tu decida di utilizzare, è importante che presti attenzione ad una cosa:
Attenzione a non cadere nel clickbait…
Hai presente quando i giornali scandalistici ti mettono in copertina titoloni tipo “Non ci crederai mai!!!! Sensazionale!!! In.cre.di.bi.le.”…ecco, un tempo queste cose potevano anche funzionare per attirare l’attenzione…
Ma oggi non più.
L’utente medio è stato così tanto bombardato con titoli e oggetti fasulli, costruiti ad arte solo per farlo cliccare, che ha prodotto gli anticorpi.
Per questo motivo è sconsigliato scrivere oggetti che provocano il pensiero ‘seh, troppo bello per essere vero’.
Regola n°4: usa i cosmetici.
Cosmetici?
No… non intendo trucco e parrucco, anche se il nome prende spunto proprio dai cosmetici estetici.
I cosmetici nel copy sono tutti quegli elementi visivi che abbelliscono e/o vivacizzano il testo.
All’interno di un testo di copy si fa riferimento sostanzialmente a 3 tipologie:
– Il grassetto
– Il corsivo
– Il sottolineato
Ma in un oggetto, siccome non è possibile apportare questo tipo di personalizzazione, è necessario ricorrere ad altri elementi.
Alcuni esempi?
– I numeri:
2, 4, 6, 7, 10, 45 ecc…
– Le emoticon:
…
– Le maiuscole:
Stop, ATTENZIONE, B-A-S-T-A, ecc..
– I simboli:
%, ***, $, ecc…
Alcune precisazioni sul perché sono efficaci e soprattutto sul quando utilizzare questi cosmetici all’interno degli oggetti…
I numeri.
In numeri sono efficaci perché rompono lo schema di lettura.
In un testo con sole lettere, se ci metti in mezzo un numero, lo noti prima, proprio perché è differente dagli altri caratteri.
Questo è il motivo per cui nell’oggetto è in genere meglio scrivere il numero in cifra anziché in lettere.
Le emoticon.
Emoticon si o emoticon no? Si è molto discusso sull’uso delle emoticon…
Alcuni dicono che non è buona cosa metterle nelle email perché minano l’istituzionalità della comunicazione.
La verità anche in questo caso è in una parola: DIPENDE.
Dipende dall’obiettivo e da a chi è rivolta l’email.
Se non vengono sparpagliate a caso in ogni email e vengono utilizzate nel modo giusto, vanno bene… sia nelle email, che nell’oggetto.
Le maiuscole.
Le maiuscole seguono un po’ ciò che abbiamo già detto sui numeri.
In un testo scritto tutto in minuscolo, noti subito una parola scritta in grande, e il motivo è sempre quello: rompe lo schema di lettura e quindi attira di più l’attenzione.
I simboli.
Stessa cosa con i simboli.
Per usarli in modo efficace ti consiglio di combinarli all’interno delle parole che usi nell’oggetto.
Ti faccio un esempio esagerato giusto per assicurarmi che passi il concetto…
Supponiamo che nel tuo oggetto voglia inserire la parola ‘cazzo’ (perdona il francesismo).
Per quanto sia una parola ‘forte’, che non si legge spesso in un oggetto, anche per non risultare troppo volgare di fronte ad un target che magari non è abituato ad oggetti di questo tipo, è molto meglio se al posto di ‘cazzo’ scrivi ‘CA***’ (che comunque si capisce benissimo).
Capito?
Ecco… giochini così se ne possono fare a non finire.
L’unico modo per farteli venire in mente è provare, e applicare questi spunti da qui in poi, ogni volta che dovrai scrivere un oggetto nuovo.
Regola n°5: Tronca l’oggetto.
Questo consiglio è forse uno dei più difficili, ma se impari a farlo nel modo corretto, custodisci un asso nella manica che in pochi hanno.
Questa regola segue il principio della suspance, ossia di troncare l’argomento nel momento di massima curiosità.
Pensa alle pubblicità in tv, o ancor di più alle serie Netflix…
Perché anche quando ti dici ‘giuro che questa è l’ultima che guardo’, poi cedi?
Perchè ti sei lasciato sedurre dalla suspense.
Il tuo cervello non riesce a prendere sonno se non gli viene detto come va a finire quella scena, cosa succede dopo…
Ecco, dovresti riuscire a fare la stessa cosa all’interno dei tuoi oggetti, e quando hai stimolato al massimo la curiosità… tronchi la frase.
Per troncarla puoi lasciare tre puntini di sospensione e farlo di netto, non è importante… quello che conta è che tu sia riuscito ad agganciare l’attenzione di chi ti legge.
Pensi di farcela?
Nel caso tienimi aggiornata sui tuoi progressi. Sarò felice di leggerti, davvero.
Capite le 5 buone pratiche da utilizzare quando scrivi un oggetto, passiamo agli errori da evitare.
Ok i consigli sulle cose da fare…
Ma se poi continuiamo a commettere gli stessi errori (un po’ come accadeva a me quando ero agli inizi) non andiamo da nessuna parte.
Sei d’accordo?
Vediamo quindi quali sono gli errori comuni che è il caso di evitare quando si scrive un oggetto…
Il sommario è quella stringa di testo che ti compare sotto l’oggetto.
Coincide con la prima parte dell’email… a meno che non sia tu a cambiarlo.
E il motivo per cui vale la pena citarlo è proprio questo: molte persone non ci fanno caso e non sanno cosa sia perché pensano che sia predefinito dal sistema.
Non sanno che possono intervenire per cambiarlo.
Non sanno che anche lui, nel suo piccolo, può fare la differenza nella scelta che farà l’utente nel decidere se aprire l’email o se passarci sopra.
Il suo limite massimo è di 1.000 caratteri. Insomma… il dono della sintesi è utile anche qui 😉
Se non ti sono sufficienti queste motivazioni per iniziare a porre l’attenzione che merita, ecco un altro motivo per cui non dovresti ignorare il sommario:
aiuta i destinatari a intuire i contenuti delle email e a distinguerle dai messaggi SPAM.
Ricorda che il maiuscolo è utile per far risaltare una parola importante, ma per la netiquette (le buone maniere su internet) scrivere tutto in maiuscolo equivale a urlare.
La percezione che avrà il lettore è che stai cercando di attirare la sua attenzione in maniera forzata, e siccome non riusciresti a farti ascoltare parlando con tono normale… urli.
Uno dei motivi per cui i sistemi fanno finire le email nella cartella nera è perché leggono alcune parole ‘sospettose’, che vengono viste come un tentativo di vendita (se non addirittura una truffa) e le fanno finire direttamente nello Spam.
In genere, le parole da evitare, che i sistemi informatici non amano affatto, sono quelle riconducibili al sesso e ai soldi/guadagni facili.
Ergo, evita di scriverle.
Se il tuo pubblico apre la mail e non trova quello che hai promesso nell’oggetto si sentirà imbrogliato e potrebbe anche disiscriversi (sempre per il principio del clickbait di cui ti parlavo prima…)
Se le persone si accorgono che stai giocando con la loro fiducia per portarle a fare un’azione che non è di loro interesse, rischi che le email le aprano una volta… e quella volta sarà anche l’ultima.
Va bene giocare con la curiosità, generare suspance e fare tutte quelle altre cose che ti ho spiegato prima, ma sii sempre coerente, quindi se prometti qualcosa nell’oggetto assicurati che quella cosa ci sia all’interno dell’email.
Varia, varia e ancora varia.
Non abituare mai i tuoi utenti ai tuoi oggetti. Il motivo è quello di prima: se si abituano (qualsiasi strategia o trigger tu scelga) con il tempo, la curva di apertura delle tue email calerà.
Se il tuo primo competitor sei proprio tu stesso, al secondo posto ci sono tutte le altre aziende che mandano newsletter ed email ai clienti a cui le mandi anche tu.
Quindi, oltre a differenziarti da te stesso, devi differenziarti anche dagli altri.
Credo che tu abbia trovato un bel po’ di spunti su come riuscire in questo, quello che però ancora non sai è come trovarne di nuovi.
Probabilmente capiterà che alcune volte ti metti davanti alla tastiera e non sai cosa scrivere: cosa fare in questi casi?
Trovi la risposta nel paragrafo che segue.
Ti è mai successo di essere davanti allo schermo, osservare il cursore lampeggiare e avere una sola domanda in testa: cosa scrivo?
Esistono delle tecniche molto concrete nel copy per evitare di trovarsi in questa situazione.
Ma siccome non è questo il tema dell’articolo, mi limito a dartene solo due… quelle che puoi utilizzare per ciò di cui abbiamo parlato finora: l’oggetto dell’email.
1) Crea il tuo ‘Archivio personale di oggetti email’.
Uno dei modi migliori per sbloccarsi quando non si sa cosa scrivere è prendere spunto dagli altri.
Per prevenire questo momento (e per avere più alternative a tua disposizione quando scrivi gli oggetti email in generale), quello che puoi fare è crearti un piccolo archivio, all’interno del quale andrai a mettere tutti quegli oggetti di altri che sono efficaci.
In questo modo, nel momento di blocco, ti basterà leggerne alcuni per trovare delle leve che non avevi pensato di inserire nel tuo oggetto.
Nel caso ti risultasse un lavoro troppo macchinoso metterti ad archiviare oggetti, quello che puoi fare in questi momenti è aprire la tua casella di email, fare scrolling e soffermarti sugli oggetti delle email che ti sono arrivate.
Ovviamente soffermati solo su quelli che sai che funzionano… e visto che ti ho spiegato in questo articolo quali sono, sono sicura che da ora in poi saprai fare questa distinzione a colpo d’occhio.
Giusto? 😉
2) Obbligati a scrivere più alternative di oggetto.
Non fermati ad un oggetto solo.
Mai.
Nemmeno quando sei nel flusso.
Scrivere, e quindi avere più alternative, ti permette di non limitarti a selezionare l’unico oggetto che hai individuato, ma di confrontarlo con altri potenzialmente efficaci, e scegliere il migliore.
N.B. È importante che tu faccia questo processo scrivendo, e non pensando.
Avere visivamente davanti agli occhi i concetti, ti permette di fare dei ragionamenti e cogliere degli aspetti che non potrai mai cogliere se li lasci ingabbiati dentro alla tua mente.
Quello che devi fare quando sei nella fase di blocco, è semplicemente obbligarti a scrivere.
Se inizi a pensare è la fine…
Perché più sguinzagli la tua mente e più lei rimarrà intrappolata nel vortice alimentando la tua sensazione di non saper cosa scrivere.
Se invece ti obblighi a scrivere qualsiasi cosa… impedirai alla tua mente di pensare.
Le prime volte ti risulterà sicuramente difficile, ma ti garantisco che funziona.
Quello che devi fare (soprattutto quando ti trovi in questa situazione) è attenerti alle indicazioni che ti ho dato prima, quelle su come scrivere gli oggetti.
Confido in te, sono certa che ce la farai!
Detto ciò, amico lettore o amica lettrice, siamo arrivati alla fine di questo articolo…
Ti è piaciuto? Hai trovato spunti utili?
Mi farebbe piacere sapere quali sono stati i concetti che hai trovato più utili, e quali sono quelli che invece vorresti approfondire.
Potrei trattarli in un prossimo articolo.
Alla prossima,
Luna.
P.S. Non è finita!
Ho pensato di farti un piccolo regalo…
Per accelerare il tuo miglioramento nello scrivere oggetti, ho deciso di condividerti qualcosa di personale: il database con all’interno tutta una serie di template di oggetti pronti all’uso.
In questo modo, in base all’occasione per cui devi scrivere, puoi usarli per prendere spunto o, addirittura, utilizzare direttamente l’oggetto che trovi suggerito.
Che te ne pare?
Se vuoi riceverli scrivimi a lunadanna@gmail.com e provvederò ad inviartelo personalmente.