Si sa: la grammatica è una di quelle materie che per l’italiano medio è simpatica come l’inglese per Renzi.
Tuttavia, che piaccia o no, è una disciplina fondamentale…
Le parole sono alla base della vita quotidiana di tutti noi. A prescindere dal lavoro che si svolge, le utilizziamo ogni giorno, sia scritte che parlate.
Ci sono però alcuni giorni, e alcune situazioni, dove non sono concessi strafalcioni.
Anzi… anche piccoli errori di distrazione o di battitura possono diventare il motivo per cui si perdono opportunità interessanti. Molto interessanti.
Per evitare che accada questo con i tuoi testi, hai tre opzioni:
Questo articolo è pensato per chi opta per l’opzione tre. Sei fra questi?
(Nel caso preferissi l’opzione due puoi andare qui, compilare il form inserendo la tua richiesta e verrai contattato da un correttore bozze professionista.
Per l’opzione uno invece… purtroppo credo che la soluzione sia andare in soffitta e cercare i libri. Non credo di poterti aiutare in questo.)
Prima di addentrarci nel vivo di queste strategie e spiegarti di cosa si tratta, permettimi di presentarmi…
Sono Luna e sono una copywriter… piacere!
Non sono una di quelle copywriter che fanno un po’ di tutto, tipo grafica, adv, gestire i social… o meglio, ho deciso di non essere quel tipo di copy proprio perché preferivo specializzarmi su una cosa sola: il copywriting.
Scrivere è il mio pane quotidiano, e se ti specializzi in qualcosa, capisci bene che quel qualcosa deve poi essere eccellente.
Ecco che, per fare in modo che i miei testi fossero scritti veramente bene ed efficaci al tempo stesso, ho dovuto creare una procedura di correzione bozze che potesse valere per ogni testo (dal post fb, al libro, alla cartolina, ecc) e per ogni settore, senza differenze.
Una procedura che sono andata a perfezionare e ad aggiornare nel tempo, affinché fosse ‘a prova di (o)rrore’.
In questo articolo ho deciso di condividerla con te, e con essa tutti i consigli e le note che mi sono appuntata all’interno.
Non solo…
Ho voluto fare di più…
Con questo articolo ho deciso di aprire le porte ad un livello più profondo di correzione bozze che potrebbe tornarti molto utile…
Sapevi che la correzione bozze classica (quella che faceva la maestra d’italiano in rosso sui temi, per capirci) non è l’unica esistente?
Ci sono infatti 2 livelli di correzione a cui prestare attenzione:
1- La correzione bozze tradizionale, che ha lo scopo di scovare errori di grammatica, di ortografia e sintassi ecc…
E poi…
2- La correzione persuasiva.
Se non ne hai mai sentito parlare è normale.
Non è una correzione che spiegano e insegnano a scuola, in quanto è una correzione per gli ‘addetti ai lavori’ come me.
Non so se ti è mai capitato di leggere un testo, perfetto nella grammatica, ma difficilissimo nella comprensione (molti libri scolastici sono purtroppo pieni di testi di questo tipo)…
Ecco, molto probabilmente eri di fronte ad un testo dove era stata fatta la correzione bozze tradizionale, ma non quella persuasiva.
La correzione persuasiva ha a che vedere con elementi come:
– la leggibilità
– la facilità di comprensione
– la discorsività del contenuto
– la scorrevolezza
– la memorabilità
È l’insieme di questi elementi che fa la differenza tra un contenuto che viene letto e poi dimenticato, e uno che viene ricordato.
La presenza o meno di questi elementi incide su quanto il lettore si sente coinvolto, e sul tempo che è disposto a dedicare alla lettura di quel contenuto.
Capisci, quindi, quanto è importante la correzione persuasiva di un testo?
E in questo articolo, dal momento che parliamo di correzione dei testi (e finora nessuno ha parlato della correzione persuasiva di un testo), ho voluto inserire anche qualche riferimento a questo tipo di correzione.
Ecco, quindi, cosa troverai in questo articolo:
Pronto? …Iniziamo!
A proposito di correzione bozze (e di figuracce provocate da errori “di distrazione”), l’avevi vista questa?
*Fonte: www.repubblica.it
Il protagonista è Lorenzo Fontana, nientepopodimeno che il Presidente della Camera dei Deputati.
Purtroppo lui è un esempio NEGATIVO di come un ‘piccolo’ errore possa incidere notevolmente sulla credibilità di una persona.
Nonostante quello del buon Fontana sia un errore che si poteva evitare con un’attenta rilettura (o, forse, con uno studio maggiore della grammatica ai tempi della scuola), ci sono errori più subdoli…
Errori che, anche se conosci la grammatica a menadito, puoi commettere comunque. E di conseguenza sono anche quelli a cui bisogna prestare più attenzione.
In seguito ad una ricerca che ho effettuato prima di scrivere questo articolo, ho trovato i più comuni e diffusi tra gli italiani:
Errori che, da quando i mezzi che utilizziamo per inviare parole scritte sono perlopiù digitali, sono aumentati a dismisura.
Cosa e come fare per evitare questi (E MOLTI ALTRI) errori?
N.B. Alcune strategie e consigli che troverai qui sotto, probabilmente sono cose che hai già sentito.
Quello che ho fatto con questo articolo non è stato ‘inventarmi qualcosa di nuovo’, ma semplicemente questo:
a partire dall’aver testato, nel corso del tempo, varie strategie e metodi noti per evitare che rimangano errori in un testo, sono andata a selezionare quelli che dalla mia esperienza come copywriter ho ritenuto essere più validi ed efficaci.
Qui sotto trovi la sintesi pratica di tutto questo. Spero apprezzerai.
1- Rileggi ad alta voce il testo (anche più volte):
No! Non è la stessa cosa leggere mentalmente.
È una cosa che ho creduto anch’io a lungo, ma a furia di farmi sfuggire errori (e molti di questi mi venivano anche segnalati da alcuni clienti) mi sono convinta che non era la stessa cosa.
E quando ho iniziato a rileggere i testi ad alta voce, ho capito il perchè.
La velocità con cui legge la mente è differente dalla velocità con cui legge la voce.
Soprattutto quando hai scritto tu il testo e lo leggi mentalmente, il tuo occhio non si sofferma sulle singole parole, ma scorre con estrema velocità il testo, e questo impedisce di scovare gli errori.
Se invece lo leggi a voce alta, anche se vai veloce con la lettura (cosa che ti sconsiglio di fare) sei costretto a leggere ogni singola parola.
Un altro motivo per cui è efficace la lettura a voce alta, è perché stai facendo una correzione con due sensi: la vista e l’udito.
Mentre quando leggi mentalmente solo con un senso (la vista).
Inoltre, nel momento in cui ascolti la tua voce e senti che una frase non fila liscia, riesci anche ad accorgertene e correggere l’errore, mentre se avessi letto la stessa frase solo mentalmente, probabilmente non lo avresti notato.
È un po’ come leggere uno spartito musicale…
Quando ascolti la musica e c’è una nota fuori posto ti accorgi subito che c’è qualcosa che non quadra.
Se lo spartito lo leggessi solo mentalmente, scovare quell’errore sarebbe praticamente impossibile (o comunque molto difficile).
2- Fai una pausa:
Correggere un testo appena hai finito di scriverlo è come rispondere d’impulso in una discussione: non devi farlo.
Si sa che, per evitare di dire cose sbagliate, è meglio prendersi una pausa, contare fino a 10 e poi rispondere.
Con un testo funziona un po’ allo stesso modo… ti devi prendere una pausa e poi correggerlo.
Correggerlo nell’istante in cui hai finito di scriverlo, ti porta a non avere la calma, la concentrazione e le competenze giuste per scovare tutti gli errori.
Saresti ancora nel flusso della scrittura e useresti le competenze che ti servono per scrivere anziché quelle che ti servono per correggere il testo.
È nella distanza, dopo una pausa, che riesci a guardare e a rileggere un testo così com’è, con i suoi errori ed orrori (e a scovarli 😉).
3- Rileggi il testo al contrario (partendo dalla fine):
Per aumentare il livello di precisione, dopo aver seguito i due consigli precedenti, fai questo: rileggilo partendo dalla fine.
Quindi anziché leggerlo da sinistra a destra, lo leggi da destra a sinistra.
Perché è efficace questa strategia?
Perché rompi l’ordine logico della tua mente.
Il fatto che tu sia abituato a leggere da sinistra a destra, e il fatto che stai leggendo un testo che hai scritto tu, sono due elementi che portano la tua mente a prendere delle scorciatoie, a ‘snobbare’ delle parti di testo e non dargli la dovuta importanza…
Per evitare tutto questo devi ingannare la tua mente, e fare l’opposto di quello a cui è sempre stata abituata.
Ho visto sulla mia pelle (e soprattutto sui miei testi) che è un modo per evitare di farsi sfuggire errori importanti.
4 – Fallo leggere a qualcuno
Questa tecnica l’ho ‘rubata’ al grande, immenso, Stephen King.
Nel suo libro autobiografico ‘On-writing’ racconta che prima di pubblicare i suoi scritti li fa sempre leggere al suo ‘revisore bozze’ di fiducia: sua moglie.
Questo ha un valore immenso, in quanto la lettura di una persona esterna aiuta a cogliere errori e imperfezioni che da soli, per quante volte si legga, è probabile che sfuggano.
Ora, non sempre magari si ha qualcuno disponibile a leggere i propri testi (soprattutto nel mio caso dove scrivo tanto ogni giorno), quindi il consiglio che ti do in questo caso è di farlo ALMENO con i testi che hanno un valore cruciale per te.
P.S. Un altro consiglio…
Magari verifica che la persona a cui fai affidamento per la revisione dei tuoi scritti non sia una copia di Luca Giurato…
Arrivato a questo punto, dovresti avere un testo immacolato, pronto per essere inviato (senza il timore che venga stracciato a causa di errori grossolani).
Tuttavia…
Abbiamo capito come evitare errori grammaticali, ma c’è ancora il rischio che non sia persuasivo per il pubblico o per la persona a cui ci stiamo rivolgendo.
Ecco quindi che è necessaria la seconda revisione: quella persuasiva.
Nei paragrafi che seguono ho riassunto le cose principali che devi sapere al riguardo, e le domande che mi faccio per individuare quali informazioni scrivere… e quali invece è meglio evitare.
P.S. Ti ricordo che quelle che stai per leggere sono informazioni inedite, che non troverai altrove, proprio perché è un concetto che ho elaborato attraverso lo studio e l’esperienza.
Ti è mai capitato di leggere un contenuto e non capirlo?
Se vivi in questo pianeta chiamato Terra, penso di sì.
In questo caso, ho una notizia da darti: non stavi soffrendo del cosiddetto ‘analfabetismo di ritorno’.
Il problema non eri tu.
Il problema era nel testo che stavi leggendo, perchè era scritto in un modo tale che non facilitava la lettura, la comprensione e l’apprendimento.
Ergo: non era persuasivo.
Quindi, quando un testo è persuasivo?
L’esempio più vicino e pratico che posso farti è proprio questo. Mi riferisco a questo testo.
Come mai sei arrivato fino a qui a leggere?
Siamo già alla 7° pagina di un foglio word, eppure tu stai continuando…
Perchè?
La risposta è nella persuasività.
Pensi che non avrei potuto trasmetterti gli stessi concetti che ti ho spiegato fin qui, in modalità ‘tomo universitario’?
Si, avrei potuto, ma il risultato sarebbe stato che mi avresti abbandonato alla terza riga.
Invece sei ancora qui.
Quindi ti chiedo: sei sicuro che nei testi che scrivi ci siano tutti gli ingredienti che servono perché sia veramente persuasivo e arrivi nel modo giusto ai tuoi clienti/lettori?
Proprio come sto facendo io con te in questo momento?
Se non è così, è il caso che tu continui a leggere perchè ti sto per spiegare alcune delle strategie che attuo per riuscirci nei miei scritti.
Domande.
È questo il segreto.
Dico davvero.
Mi faccio domande.
Un testo è un po’ come un dolce…
Come fai a sapere se stai facendo il dolce giusto?
La prima cosa che fai, magari anche senza rendertene conto, è farti delle domande.
“Chi sono gli ospiti?”
“Quanti sono?”
“Che gusti hanno?”
“Alcuni di loro hanno delle intolleranze particolari?”
E a partire dalle risposte a queste domande scegli gli ingredienti, che nel nostro caso saranno le informazioni con cui farcirai il tuo testo.
Quindi, proprio come farebbe un cuoco, se vuoi beccare gli ingredienti giusti devi partire dal conoscere i tuoi lettori.
Sembra banale, ma ti garantisco che di testi scritti dando cose per scontate ne vedo ogni giorno.
Scritti come se l’interlocutore conoscesse già te e il tuo brand…
Quando magari si è appena interfacciato con il brand, e proprio a causa della mancanza di informazioni non compie l’azione che desideri.
In altri casi, perché il cliente svolga una certa azione, è anche necessario scardinare delle convinzioni che lo limitano a compiere quella specifica azione.
Quindi, in questo caso, è necessario capire quali sono queste convinzioni e perché le ha:
a questo punto, l’ingrediente che metterai nel tuo testo saranno le ‘risposte alle obiezioni’, in modo tale da sradicare le convinzioni limitanti che il tuo lettore ha, per installare quelle potenzianti.
L’emozione?
Cosa c’entra?
Ti stai domandando questo?
I testi, qualsiasi essi siano, sono un dialogo tra te e il tuo lettore.
La lettura è qualcosa di intimo, personale. È come una conversazione con un amico di vecchia data che non vedi da tempo.
Con che ricordo vuoi che se ne vada, una volta che ha finito di leggerti?
La tua intenzione è solo trasferire informazioni stile Matrix…
…o vuoi che chi ti legge si ricordi di te?
Perché se il tuo obiettivo è la seconda opzione, devi emozionarlo.
Non puoi far sì che la persona continui a leggerti se non la emozioni, se non le lasci ‘qualcosa’ quando scrivi.
Quindi: che emozioni vuoi che vivano i tuoi lettori?
Fatti questa domanda e vedrai che, la prossima volta che scrivi, semplicemente l’esserti dato una risposta inciderà sulla scelta di informazioni che riporterai dentro al tuo testo.
A che categoria sociale appartiene il tuo pubblico? Ci sono delle parole che usa o che apprezza di più? E delle parole che invece non può/vuole sentire? Ci sono dei detti o modi di dire che usa spesso? Qual è il suo livello di istruzione?
Non tutte le modalità vanno bene per tutti i contesti.
Ad esempio, il modo con cui sto scrivendo questo testo, va bene per questo contesto, ma non andrebbe bene se dovesse essere pubblicato in una divulgazione scientifica.
Ti faccio un altro esempio…
Guarda i politici: in genere, i politici più apprezzati sono quelli più vicini al popolo, ANCHE nel linguaggio.
Quindi, se vuoi vincere, devi conoscere i tuoi (e)lettori.
Segue lo stesso principio del linguaggio:
in un testo gli esempi sono fondamentali per farsi capire, per connettersi con il lettore e dargli un’immagine (anche visiva) o un riferimento chiaro su ciò di cui sto parlando.
In questo caso gli ingredienti che andrò ad inserire nel testo sono le metafore: un elemento di altissima persuasione in quanto hanno il potere di semplificare un concetto complesso o sconosciuto nella mente di chi ti legge, e renderlo comprensibile.
Per riuscire in questo, però, è essenziale che la metafora che scegli sia azzeccata. Ossia che usi un esempio noto al tuo lettore, che rientri tra le cose di sua conoscenza.
Vuoi rendere ciò che stai scrivendo credibile e autorevole?
Ci vogliono le prove.
Più ne metti, e più sono credibili, e più anche il tuo contenuto (e di conseguenza anche tu) lo sarai.
Se vuoi essere persuasivo devi convincere, ergo: devi portare delle prove.
Anche questo concetto sembra banale, ma ti garantisco che è tra gli errori più comuni che vengono commessi.
Uno degli esempi più evidenti è nelle candidature per le posizioni lavorative:
portare delle prove che dimostrano che sei il candidato giusto e che hai esperienza in ciò per cui ti stai candidando, è un ingrediente E-S-S-E-N-Z-I-A-L-E, che non può mancare nella tua candidatura.
No, non è per far impicciare la gente della tua vita personale, ma per generare empatia:
gli aneddoti rendono il tuo testo più personale, più coinvolgente e soprattutto ti danno maggiori probabilità di essere ricordato.
La mente umana ricorda con molta più facilità eventi e aneddoti che sono capitati ad altri. E più questi aneddoti sono curiosi e intriganti, più il ricordo si rafforza.
Inoltre, è l’ingrediente che permette di creare un legame e di empatizzare con il proprio pubblico: se racconti un fatto a lui noto, capisce che lo capisci (perdona il giro di parole).
Infine, gli aneddoti personali, hanno il potere di trasformare quello che sarebbe un contenuto denso e pedante, in una storia.
E per riuscire in questo non serve essere dei cantastorie (o degli storyteller, che fa più figo):
è sufficiente che, in base al contenuto di valore che vuoi spiegare, tu pensi a quali sono le situazioni della tua vita in cui hai vissuto più o meno direttamente le cose che vuoi raccontare.
Trovali e il tuo testo avrà un’impennata di persuasività.
Per “scheletri nell’armadio” intendo ad esempio:
un tuo errore passato che sei riuscito a superare, o un difetto del prodotto che ti ha messo in crisi per anni ma a cui ora hai trovato una soluzione, un ‘qualcosa’ relativo alla tua categoria di mercato che i tuoi concorrenti non svelano ai clienti…
Il motivo per cui, inserendo questo ingrediente, aumenta la persuasività del testo è che risulti vero e credibile.
Nel momento in cui ‘ti metti a nudo’ e dici cose scomode (su di te o sul tuo settore) acquisisci molta più credibilità rispetto chi tiene gli scheletri nell’armadio.
Devi ricordare due cose su questo ingrediente:
– TUTTI hanno degli scheletri nell’armadio (e il lettore questo lo sa). La differenza quindi non è tra chi li ha e chi non li ha, ma tra chi li dichiara e chi li tiene nascosti.
– raccontare sé stessi o la propria azienda in modo perfetto, genera noia.
L’essere umano è composto da vizi e virtù, ed è quando le persone si riconoscono ANCHE nei vizi e nelle virtù delle altre persone che si crea un legame.
E questo era l’ultimo ingrediente.
Ora…
Come calare queste domande sui tuoi testi?
Ho due consigli per te:
Rispondi una ad una facendo un brainstorming di informazioni. Una volta fatto, le ordini secondo un senso logico che sia coerente con 3 cose:
– il contesto
– il pubblico a cui stai scrivendo
– il mezzo in cui andrai a pubblicare il contenuto
Una volta scritto il testo, revisiona la bozza riprendendo queste domande.
Poi, tenendo il testo davanti agli occhi, man mano che ti rifarai le stesse domande ti verranno in mente nuovi elementi con cui arricchirlo che non ti erano venuti in mente all’inizio.
Ti verranno in mente all’istante tutta una serie di informazioni con cui avresti potuto arricchire il testo che prima non ti erano venute in mente, semplicemente perché non avevi questa checklist.
N.B. Se ci fossero dei testi sempre-verdi (ossia dei testi che hai scritto in passato, e stai continuando ad utilizzare) ti consiglio di partire da quelli, anziché dai testi passati che non utilizzi più.
Detto ciò…
Siamo giunti alla fine!
Che ne dici? Hai trovato spunti utili?
Spero di sì, ma per esserne sicura, mi farebbe piacere leggere il tuo feedback in un commento qui sotto…
Ah, e se avessi domande o richieste su qualche argomento futuro, sfrutta sempre lo spazio qui sotto per farmelo sapere.
A presto,
Luna.
P.S. Hai più testi da correggere, o i testi che vuoi correggere sono particolarmente importanti e vuoi il supporto di un professionista?
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